Con questa lettera intendo esprimere elementi di
riflessione che ritengo sia opportuno considerare molto attentamente
nell’affrontare la decisione che il Dipartimento di Matematica sia
trasferito dalla sua sede storica di Via Saldini 50.
Innanzitutto, non posso immaginare che per un laboratorio si prospetti
una collocazione che non prevede gli “strumenti” necessari per farlo
funzionare: la ricerca e l’educazione matematica sono i presupposti
dai quali deve partire qualunque ragionamento. La vita di un
matematico è senza dubbio quanto deve essere preso seriamente in
considerazione rispetto alla collocazione del Dipartimento di
Matematica in un nuovo campus. Per i matematici sono “strumenti” gli
spazi comuni, con lavagne davanti alle quali discutere o pensare, e
sono essenziali i libri, sempre a nostra disposizione all’interno del
Dipartimento ovvero una biblioteca prontamente accessibile, con sale
di lettura. L'idea di Dipartimento inalienabile per un matematico -
che sia discente o docente poco importa - è quella di Agorà ovvero di
quel luogo d'incontro e di relazione maestro-discepolo, che
dall’antichità fino a oggi, è il cuore della creazione e della
trasmissione del sapere matematico. In tutti i migliori contesti,
nazionali e internazionali, i matematici vivono una Agorà tutta loro!
Un solo esempio, molto vicino: la nuova Torre Archimede
dell’Università degli Studi di Padova, un Dipartimento di Matematica
di cui sono stato membro e che conosco bene, con le sue aule e la sua
biblioteca anche se le sedi universitarie a Padova sono sparse in
tutta la città; un vero e proprio campus diffuso, come potrebbe essere
quello di Milano, con le sue sedi storiche e quelle nuove.
La storia del nostro nome è importante per capire perché non siamo
favorevoli ad abbandonare la nostra sede di Via Saldini 50. Nel 1929
l’eminente matematico Oscar Chisini, studente di Federigo Enriques,
fondò l'Istituto di Matematica dell'Università degli Studi di Milano,
assieme al fisico matematico Gian Antonio Maggi e a Giulio Vivanti. In
seguito alla recente costituzione, che risale al 1924, l'Università
degli Studi di Milano avrebbe dovuto occupare edifici da costruire nel
quartiere Città Studi, progettato prima della prima guerra mondiale, e
avere sede nel Palazzo delle Scienze di via Saldini 50, ora sede
appunto del nostro Dipartimento di Matematica "Federigo Enriques".
Ricordiamo che Chisini fu Direttore dell'istituto dai primi anni
trenta fino al 1959; dal 1945 al 1950 fu Preside della Facoltà di
Scienze dell'Università di Milano e fu lo stesso Chisini che, nel
1952, per onorare la memoria del grande maestro, scomparso pochi anni
prima, propose di intitolargli l'Istituto. La proposta incontrò il
favore di molti e in particolare di Giovanni Ricci, che per due anni
era stato assistente di Enriques a Roma e che nel 1936, quando viene
nominato professore di Analisi a Milano, da Milano non si è più mosso,
tenendo corsi per incarico anche alla “Bocconi” e alla Scuola “Enrico
Mattei” di studi superiori sugli idrocarburi di S. Donato Milanese.
Durante la cerimonia Ricci tenne un discorso illustrativo sulla figura
di Enriques e, in seguito, la famiglia Enriques donò all'Istituto un
busto, attualmente esposto nella nostra Sala di Rappresentanza. Chi
era Federigo Enriques e come mai l'Istituto di Matematica ha voluto
mantenere tale nome, anche dopo essere divenuto Dipartimento di
Matematica, sino dal 1982 ? Raccomando il recente articolo dal titolo
“La cultura secondo Enriques” che sintetizza bene la figura di
Enriques, redatto dal nostro collega Umberto Bottazzini e apparso sul
Sole 24 Ore del 31/07/2016; in essenza, la visione di Enriques, che
adduceva alla filosofia tutte le discipline teoriche, si potrebbe
riassumere in questa sua affermazione: “Alla Geometria sembra doversi
concedere un posto d’onore nel campo degli studi filosofici!” Filosofo
e scienziato, educatore e storico, sicuramente grandissimo matematico,
Enriques fu un ricercatore con un unico programma scientifico: la
curiosità. Un programma d’eccellenza, che ha dato risultati
spettacolari e studenti illustri, studenti che hanno mantenuto vivo il
nostro Dipartimento e la nostra preziosa Biblioteca “Giovanni Ricci”,
ancora oggi intitolata a un suo assistente. A questo punto, fare il
nome di Enrico Bombieri è d’obbligo, infatti, studente frequentatore
della nostra biblioteca, sotto la guida di Ricci appunto, il giovane
Bombieri ha compiuto i suoi primi studi proprio presso l’Istituto di
Matematica di Milano laureandosi nel 1963: Bombieri è Cavaliere di
Gran Croce, Ordine al Merito della Repubblica Italiana (2002) ed è
l’unico italiano ad aver ricevuto la Fields Medal (1974), il Nobel per
noi matematici: tale riconoscimento viene attribuito
dall’International Congress of Mathematicians (ICM), il congresso
mondiale dei matematici che si tiene ogni quattro anni in giro per il
mondo a partire dal 1897.
Questi succinti richiami storici rappresentano già molto bene quanto
esposto in precedenza sulla vita matematica ovvero la sinergia tra
maestro e discepolo che a volte si trasfigura in quella tra libro e
lettore: ecco perché noi matematici siamo appassionatamente legati
alla nostra Agorà. Siamo anche ben consapevoli che il futuro della
matematica è ben più complesso di quanto si possa immaginare oggi e
nuove scienze troveranno certamente sempre un linguaggio matematico in
cui esprimersi. La matematica è ovunque: si trova in tutte le forme di
conoscenza umana, ma non è al servizio di nessuna di queste. "La
matematica è la regina delle scienze e la teoria dei numeri è la
regina della matematica" diceva Gauss, proprio per esprimere il
concetto che la ricerca in matematica vive di vita propria: che questo
non sia il caso è infatti il principale fraintendimento riguardante il
sapere matematico. In qualunque termine di paragone internazionale il
nostro Dipartimento è ancora eccellente nel mondo ed ha continuato ad
esprimere grandi matematici, nel presente come nel passato. Basta
citare, ad esempio, tre attuali membri del nostro Dipartimento, della
generazione anni 70, che sono ricercatori di punta in settori chiave
della matematica moderna: Fabrizio Andreatta, professore ordinario di
Algebra, uno tra i sei italiani invited speaker al suddetto ICM del
2018 e unico titolare di finanziamento Cariplo/Regione Lombardia 2017
per le scienze matematiche e fisiche di questo Ateneo; Paolo Stellari,
professore ordinario di Geometria, che è il solo matematico italiano
che ha ottenuto il finanziamento di un progetto di ricerca europeo
nell’ambito dell’ERC Consolidator Grants 2017; infine, Enrico
Valdinoci, già titolare di ERC Starting Grant, professore ordinario di
Analisi, che risulta essere anche per il 2017 nella Thomson Reuters
Highly Cited Researcher List: in questa lista compaiono solo cinque
ricercatori di area matematica in tutta Italia.
In conclusione, sulla base di queste riflessioni, mi appello a te, in
qualità di candidato Rettore, affinché la nostra peculiarità di
matematici venga riconosciuta e che questo patrimonio prestigioso e di
eccellenza manifesta non venga ignorato o trascurato, affinché il
valore di questa Agorà possa essere apprezzato anche nel futuro,
affinché nel nuovo Senato sia disposto che questa Agorà abbia ancora
luogo anche nel Campus Expo, qualora sia inevitabile il nostro
trasferimento. Bisogna essere consapevoli, al contrario, che in un
nuovo campus, se concepito secondo criteri che non consentono di
ricreare una tale Agorà matematica, ma solo una piccola porzione di
questa al servizio di una comunità, come prospettato, di conseguenza,
come per un laboratorio senza “strumenti”, sarà seriamente messa a
repentaglio la nostra eccellenza, forse, saresti, come nuovo Rettore,
addirittura responsabile di aver contribuito alla nostra estinzione,
in seno a questo Ateneo. Mi appello a te, come candidato Rettore,
affinché la visione di Enriques, come si vede rappresentata nel nostro
Dipartimento, nella sua sede e con la sua storia, sia preservata come
motivo di orgoglio per tutta l’Università degli Studi di Milano, anche
domani come lo è oggi.
Luca Barbieri Viale
Direttore del Dipartimento di Matematica "Federigo Enriques"