L'implacabile processo di svalutazione delle Università adesso (finalmente) smuove (pure) gli (emeriti) accademici dei Lincei. Cito testualmente i tratti salienti di un appello al Ministro:
"Oggi l’Italia conosce il triste privilegio di sperimentare nel modo più accentuato i rischi di un processo
che certo trascende i confini del nostro paese e che, in ultima istanza, tende a sottoporre l’Università
e la ricerca ad un controllo sempre più diretto e immediato del potere politico."
"Questi problemi sarebbero forse meno gravi se in gioco fosse solo quel settore della ricerca più direttamente coinvolto
nei processi sociali e nell’innovazione economica e industriale. Il fatto che tutta la scienza di base sia
trattata come un processo di tipo industriale, con tempi e criteri valutativi in termini di immediati
risultati, mostra la profonda incomprensione, da parte degli autori di tali politiche, della natura stessa
della ricerca scientifica."
"Oggi, sotto la spinta di una mentalità puramente aziendalistica e con la
copertura di mal poste esigenze dello sviluppo economico, noi vediamo rimesse in discussione
acquisizioni che credevamo solidamente acquisite a fondamento della libertà della scienza e del
futuro delle nostre società."