Che gli scatti biennali destinati a maturare (dal 1 gennaio 2011, recita il testo) siano «disposti previo accertamento da parte dell'autorità accademica della effettuazione nel biennio precedente di pubblicazioni scientifiche» sembra proprio una frase senza senso: non necessariamente l'assenza di una pubblicazione negl'ultimi 2 anni significa che non si stia facendo ricerca e un serio criterio di valutazione si potrebbe anche ben sottoscrivere ma, comunque, vorrei sapere cosa, con questo, ha a che fare il Ministero.
Se tutti - ma proprio tutti in coro - stiamo salutando l'inizio della fine dei concorsi, come, la fine del valore legale del titolo di studio e l'inizio di una vera autonomia e una sana competizione tra gli Atenei, bisogna stare attenti a prendere questi scivoloni populisti che rimescolano le carte. Che il Ministero si limiti a valutare gli Atenei e a finanziarli secondo il merito (mediante il CIVR, secondo standards europei come CERIF, etc.) e gli Atenei valuteranno i docenti e i ricercatori liberamente e responsabilmente.