mercoledì 17 settembre 2008

Mozione di Padova

Questo è il documento approvato all’unanimità dal Senato Accademico il 15 settembre scorso con l'invito del Rettore – a nome del Senato Accademico stesso – a tutti i docenti di illustrare il contenuto del documento stesso durante la prima lezione del proprio corso all’inizio del semestre.

Mozione del Senato Accademico di Padova

Con la definitiva approvazione parlamentare del D.L. 25.06.08 n. 112, il sistema
universitario italiano è stato posto di fronte ad una situazione insostenibile. La decisione
del Ministero dell’Economia di “fare cassa” attraverso un consistente prelievo pluriennale
di risorse dai bilanci degli Atenei (63,5 milioni di riduzione del FFO nel 2009, oltre 400
milioni dal 2010 al 2013) ripropone ancora una volta, e in forme più brutali che in passato,
una ricetta gravemente sbagliata, che non discrimina nei tagli tra gli Atenei che hanno un
rapporto virtuoso tra spese fisse e FFO ed Atenei che hanno invece mostrato nei fatti una
cattiva gestione dei bilanci universitari.

La trasformazione in fondazioni delle Università, estemporaneamente prevista dall’art. 16
del decreto, si rivela come inutile, se non come controproducente, nel ritenere che i
finanziamenti privati possano divenire sostitutivi e non aggiuntivi rispetto al finanziamento
pubblico. Il blocco generalizzato del turnover, previsto dall’art. 66, e riguardante sia il
personale docente che il personale tecnico amministrativo, si traduce in una riduzione
secca dello stanziamento del FFO sul bilancio dello Stato, oltre che – come già detto – in
una paradossale penalizzazione proprio di quegli Atenei che, come l’Università di Padova,
hanno rigorosamente rispettato la normativa sui limiti di spesa per il personale.

Con queste misure diviene ancor più difficile, per non dire impossibile, per le Università
rimanere competitive a livello internazionale ed anzi se ne mette pesantemente in
discussione la sopravvivenza come istituzioni pubbliche che costituiscono un “bene”
pubblico ed hanno una “pubblica” responsabilità. Ben altra avrebbe dovuto essere la
politica da scegliere: quella, da anni richiesta, di avviare un processo di riqualificazione
della spesa, definendo regole più efficaci e stringenti per indurre ad una maggiore serietà
di comportamenti nella gestione, e ridistribuendo le risorse destinate al sistema
universitario tra gli Atenei, secondo il merito e la qualità. Il Senato Accademico
dell’Università di Padova chiede al Ministro dell’Università e della Ricerca di far propria
all’interno del Governo questa posizione, che non esclude un concorso degli Atenei al
risanamento finanziario del Paese, ma lo rende giustamente selettivo e non indiscriminato.

L’Università di Padova, che in questi anni ha operato con un rigore ampiamente
riconosciuto, e che è stata costantemente giudicata in tutte le sedi come uno dei migliori
Atenei pubblici italiani, sente il dovere di denunciare all’opinione pubblica il carattere
pesante e irreparabile dell’intervento effettuato tramite la c.d. “manovra d’estate”.
Inaugurando la legislatura con una politica di tagli indiscriminati e del tutto svincolati da
una responsabile valutazione di ogni singolo Ateneo, invece che di investimenti adeguati e
“mirati” in ambito di formazione e ricerca, si rischia di stravolgere nel profondo i connotati
dell’istituzione universitaria italiana, ledendo ancora una volta il principio
costituzionalmente sancito dell’autonomia delle Università.

Padova, 15 settembre 2008